L'India 🇮🇳 è una nazione con grandi prospettive di crescita a lungo termine (oggi è già la quarta economia mondiale - dopo USA, Cina, Germania - superando quindi il Giappone in termini di PIL nominale, circa 4.3T$ nel 2025).
L'India ha grandi prospettive di crescita anche grazie all'interesse mostrato da varie aziende nel mondo (le big tech investono in India vedendo una grande opportunità per la crescita del settore IA, Data Center):
- Microsoft investe 3 miliardi in India, Cloud e IA (a fine 2025 Microsoft ha rilanciato a 17.5 miliardi di dollari, in 4 anni)
- Amazon investe in India 35 miliardi di dollari in India, entro il 2030 (dal 2010 ha già investito in totale 40 miliardi di dollari)
- Google investe 15 miliardi di dollari in India, nei prossimi 5 anni
Il Nifty50 è un indice composto dalle principali 50 aziende indiane (analogamente a FTSE-MIB italiano che è la media ponderata delle principali 40 aziende italiane) e lo prendiamo come riferimento per investire nell'economia indiana.
⚠️ La criticità principale, a parte altre sfide interne (per il medio-breve termine) tipiche di un paese emergente, è la valuta molto debole (Rupia indiana). In pratica:
- Nifty50 +5% nell'ultimo anno, +91% negli ultimi 5 anni (fin qui, sembrerebbe ottimo nel medio-lungo termine)
- EUR/INR: +18.93% nell'ultimo anno, +18.5% negli ultimi 5 anni
- per un investitore europeo (euro) che ha investito in India, conviene che EUR/INR si deprezzi (o comunque che l'euro non si rafforzi rispetto a INR, altrimenti erode il rendimento); analogamente ad investire in aziende statunitensi, dopo aver investito è conveniente che il dollaro si rafforzi rispetto all'euro e non viceversa!
Nei mercati sviluppati, come Europa, America, in genere la volatilità non è eccessiva e la ciclicità è controllata (la politica di Trump è molto "tirata" ma di base, euro/dollaro non avrà mai le fluttuazioni e instabilità che ci possono essere in un paese in via di sviluppo).
L'ETF Xtrackers Nifty 50 Swap UCITS ETF 1C (ticker: XNIF) tiene traccia di quanto detto. Il Nifty50 in sé offrirebbe un'interessante prospettiva di investimento per il lungo termine, il cambio valuta però, con un deciso trend di rafforzamento dell'euro rispetto alla rupia indiana (nell'ultimo anno molto forte, nel lungo termine fasi cicliche con tendenza strutturale sempre in deciso rialzo - e nel caso del dollaro americano il trend è ancora più lineare e marcato). Nell'ultimo anno, come investitori europei saremmo in perdita (circa 1.05 / 1.19 = 0.88 = -12%); in 5 anni la situazione migliora (1.91 / 1.19 = 1.605 = +60.5%), ma come detto attenzione al trend EUR/INR che è sempre una minaccia. Tralasciando poi le spese di commissione e spese di gestione dell'ETF, non proprio trascurabili (TER 0,85% annuo vs il quasi irrisorio 0,03% per vari ETF su S&P500, la commissione si paga anche se è in perdita, è un costo di gestione, non tassazione su plusvalenza, che in Italia quella è pari al 26%). Per completezza, riportiamo alcuni dati di questo ETF, aggiornati a dicembre 2025:
- volatilità ad 1 anno: 14.57%
- volatilità a 5 anni: 15.41%
- sharpe ratio ad 1 anno: -0.75 (addirittura negativo)
- sharpe ratio a 5 anni: 0.64 (per confronto, S&P500 0.88, BRK 1.02 nonostante l'ultimo anno sfavorevole sia per BRK, sia in termini di EUR/USD)
Nota: esiste uno strumento che di fatto funziona come "assicurazione" contro il rischio cambio valutario e si chiama hedging (analogo a quanto discusso in ETF per investire in obbligazioni USA: tuttavia in questo caso, almeno fra gli ETF più popolari e noti, non esiste alcun servizio che offra tale protezione assicurativa sul tasso di cambio, per quanto riguarda il Nifty50!
Vediamo ora un grafico su TradingView, creato con una procedura simile a quanto fatto nel caso di studio Rapporto Growth / Value: ovvero il grafico che mostra il trend di Nifty50, diviso per il rapporto fra le valute EUR/INR. Nello specifico è stato usato quanto segue: NSE:NIFTY/FX_IDC:EURINR. Il trend di lunghissimo termine (candele mensili, ultimi 25 anni) è sicuramente crescente e concorde con le previsioni di continua crescita dell'economia indiana; il trend degli ultimi 5 anni invece è più incerto, sebbene strutturalmente crescente mostra fasi di incertezza, probabile distribuzione, che alternano i rally. Il grafico contiene indicatori tecnici, che se vogliamo possiamo trascurare in questa analisi.

In conclusione quindi, l'India è un mercato interessante ma il cambio valuta instabile che si somma ad alcune sfide interne tipiche di un paese in via di sviluppo, richiede particolare attenzione e solo nel lungo, lunghissimo termine (ovviamente, una percentuale consona, ragionevole del proprio portafoglio, in base alla propria situazione finanziaria e obiettivi) è una scelta interessante, nel medio-breve come abbiamo visto le oscillazioni possono essere considerevoli (e fra parentesi, se pensiamo di risolvere operando tramite DCA - continuare ad acquistare sui ribassi - potrebbe avere più senso farlo in un mercato con maggiore solidità fondamentale).