Dopo aver visto Lista obbligazioni Europa e Mondo, vediamo ora, nella pratica, come un investitore europeo può investire in obbligazioni statunitensi, ovvero finanziare il debito pubblico americano acquistando titoli di stato, uno strumento a reddito fisso. Fra le soluzioni possibili, una scelta molto comoda è quella di ricorrere a ETF (quindi semplicemente acquistiamo quote di uno strumento quotato nelle borse europee, che replica in modo passivo l'indice di riferimento ovvero in questo caso, acquista obbligazioni USA della scadenza e caratteristiche prefissate).
Gli aspetti sicuramente più importanti da considerare, per la scelta di ETF su obbligazioni USA, sono:
- tasso di cambio: a noi Europei conviene investire quando l'euro è forte rispetto al dollaro; se poi infatti dopo aver investito, il dollaro si rafforza, significa "più euro"
- accumulo vs distribuzione: anche questo è un aspetto importante, ETF ad accumulo significa che le cedole (in questo caso cedole del pagamento dei titoli di stato, il concetto è analogo al caso di aziende che pagano dividendi) vengono reinvestite nell'ETF, che quindi nel tempo tende ad aumentare di valore, sfruttando la capitalizzazione composta; ETF a distribuzione invece paga le cedole separatamente (ovvero alla data X riceviamo un bonifico con l'importo della cedola): la scelta è soggettiva, dipende se preferiamo un accumulo costante a lungo termine oppure un reddito periodico fisso (occhio alla tassazione, sempre pari al 26% per l'Italia, rispetto al Capital Gain ovvero plusvalenza, a distribuzione la tassazione avviene a priori, mentre ad accumulo è rinviata nel tempo, a quando chiuderemo l'operazione, quindi quelle che saranno le tasse future, oggi continuano a contribuire alla crescita del capitale, tramite capitalizzazione composta, se abbiamo orizzonte lungo termine è conveniente questo)
Strumenti che possiamo prendere in considerazione sono, ETF per investire in titoli di stato americani, sono:
- iShares USD Treasury Bond 0-1yr UCITS ETF (Acc) (IE00BGSF1X88, IBC1): ad accumulo, attuale dimensione del fondo 14,75 miliardi di euro (<<l'indice IDC US Treasury Short Term replica obbligazioni governative in dollaro statunitense emesse dal tesoro americano. Scadenza: 0-1 anno>>)
- iShares USD Treasury Bond 7-10yr UCITS ETF (Dist) (IE00B1FZS798, IBTM): a distribuzione, attuale dimensione del fondo 3,12 miliardi di euro (<<L'indice ICE US Treasury 7-10 Year replica i titoli di stato denominati in dollari statunitensi emessi dal tesoro americano. Scadenza: 7-10 anni>>)
- iShares USD Treasury Bond 20+yr UCITS ETF USD (Acc) (IE00BFM6TC58, SXRC): ad accumulo, attuale dimensione del fondo 1,99 miliardi di euro (<<L'indice ICE US Treasury 20+ Year replica i titoli di stato denominati in dollari statunitensi emessi dal tesoro americano. Scadenza: 20+ anni>>)
Il costo di gestione di questi strumenti è bassissimo (TER 0,07% annuale).
La differenza fra questi fondi di investimento passivo, oltre alla questione accumulo/distribuzione come abbiamo visto, è il concetto di "durata". Non deve confondere, dato che l'investimento in sé può essere indefinito (posso investire oggi e disinvestire domani, oppure mantenerlo tutto il tempo che voglio, potenzialmente all'infinito). La durata indicata rappresenta il tipo di obbligazioni che acquista il fondo: il concetto di base è che durate brevi sono poco sensibili ai tassi di interesse (nel bene o nel male), durate lunghe invece sono molto sensibili.
- Quando i tassi scendono → le nuove emissioni rendono meno → le obbligazioni già in circolazione (con cedole più alte) salgono di prezzo (e viceversa quando i tassi salgono)
- Durata lunga = alta sensibilità (leva sui tagli dei tassi)
- Durata breve = bassa sensibilità (più stabile)
Dunque scegliere uno strumento a breve durata (0-1 anni) ci rende quasi indipendenti dai tassi di interesse, viceversa lo strumento 20+ anni è quasi una "scommessa" in questo senso.
Nota: esistono anche strumenti ETF hedging ovvero copertura valutaria (si paga un "costo assicurativo" per proteggersi dalla fluttuazione del tasso di cambio). In alcuni contesti es. mercati emergenti, valute particolarmente deboli e volatili, posso avere senso. Nel caso EUR/USD la cosa si può gestire tranquillamente con un ETF non-hedged acquistando a rate in momenti opportuni, approccio DCA ("dollar cost averaging", in pratica non investire one-shot ma graduale e meglio ancora se si presenta una situazione più favorevole all'entrata ovvero euro storicamente forte rispetto al dollaro, nel nostro caso).
L'acquisto di questi strumenti è semplice e, giusto come confronto del rendimento (nota: i rendimenti variano in continuazione, quindi potrebbero subire modifiche):
- BOT Italia 1 anno: rendimento (annuale) 2,065% lordo
- BTP Italia 10 anni: rendimento (annuale) 3,39% lordo
- Bond USA 1 anno: rendimento (annuale) 3,65% lordo
- Bond USA 10 anni: rendimento (annuale) 4,076% lordo
Considerazioni finali
Come è detto, il tasso di cambio è cruciale! Dato che non riusciamo con esattezza a prevedere il futuro, un approccio DCA è preferibile per prudenza, mitigazione degli effetti. È interessante notare una possibile correlazione del DXY ("dollar index") 2017-2025: in entrambi i casi, primo anno del mandato presidenziale di Trump, che ha svalutato il dollaro, per favorire le esportazioni USA (funzionale alla politica di Trump); la correlazione 2017-2025 nei primi mesi dell'anno era "simile", da agosto in poi è quasi perfetta. Anche se non possiamo fare oracoli (ed è importante precisarlo, è solo uno studio di correlazione finora, non certezza futura!), la volta precedente è stato raggiunto il minimo a febbraio 2018 quindi da questa correlazione verso febbraio 2026 ci potrebbe essere il minimo del DXY, vale a dire euro al massimo della forza relativa, poi alla politica americana tendenzialmente conviene rafforzare il dollaro. In quel punto di minimo di DXY, ovvero massimo di EUR/USD, noi avremmo la massima convenienza ad entrare sul mercato (oltre al rendimento dell'obbligazionario USA, sfruttiamo il Forex). Da ribadire che un approccio graduale, entrata DCA sul mercato (anziché "all-in") aiuta a mitigare gli effetti.